Il cammino di Camaldoli
Questo sito e' dedicato al cammino di Camaldoli come io l'ho pensato dopo aver studiato la storia del Monastero e del suo fondatore. Qui di seguito alcuni consigli per come prepararsi a questo cammino.
Il mio Cammino di Camaldoli
E' da tempo che pensavo di partire per un cammino verso una destinazione, (perché l'importante è averne una), a piedi e da solo. Io in montagna ci son nato, nel podere i Fondi, a circa 400 metri di quota nelle colline romagnole, nella parrocchia di Montevecchio, nel comune di Civitella di Romagna. Ho anche passato le mie estati fino a 7 anni nel podere dove i miei nonni materni erano mezzadri, alla Villa di Sotto, in località Montalto di Premilcuore. Poi per almeno 4 anni, dal 90 al 94, quasi tutti i sabati praticabili me ne sono andato in in montain-bike con Sauro o Maurizio e in seguito ho girato alcune altre volte con Lucio, a piedi, sia in Italia che in Spagna. Quindi i boschi li conosco, però non avevo mai fatto un percorso di più giorni in solitario, e questo volevo fare. Starmene solo, procedere solo secondo i miei tempi, e starmene in silenzio. Dopo esser tornato posso dire che è stata una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita e, per questo motivo, ho deciso di scrivere queste poche righe per descrivere la mia esperienza, per dare riferimenti e suggerimenti a chi voglia rifarla o voglia farne una simile.
Le motivazioni di un cammino
La meta può variare, ma le motivazioni spesso sono le stesse.
Mettersi alla prova, godere per il raggiungimento di un risultato,
avere tempo per pensare oppure camminare per non pensare, che è un pò
anche una forma di meditazione, seguire i propri ritmi senza dovere fare compromessi.
Mettersi alla prova in solitario fa sempre bene al proprio spirito e al proprio ego.
Siamo sempre in mezzo a compromessi, a reti di relazioni, sia nel lavoro che nella vita
familiare e sociale. Poterne fare a meno per qualche giorno è una grossa soddisfazione.
Tenere il telefono spento (questo è essenziale). Non leggere la posta (perché poi
ti ritrovi le stesse cose di sempre a rovinarti il cammino). Tenerle fuori dalla
nostra vita per qualche giorno è un toccasana.
Il successo nel lavoro è quasi sempre vincolato al fatto che gli altri facciano la loro parte,
che un fornitore spedisca in tempo, che un collaboratore non faccia errori, che un cliente
riesca ad esprimere in modo
corretto le sue richieste. Per tutti questi motivi è veramente un caso raro poter gioire
di un risultato positivo nell'ambiente di lavoro.
E anche quando tutto fila liscio è comunque un successo che, giustamente, va condiviso con gli altri.
Ottenere un risultato da soli è tutta un'altra cosa.
Ricordo all'università, passare bene un esame era una grande soddisfazione.
Proprio per il fatto di esserci arrivato da soli.
La stessa cosa avviene con il raggiugimento della meta del cammino. Si può gioire al 100%.
Spesso nella vita quotidiana ci si avventura nei pensieri più vari ed astratti
e la mente che vaga è una mente che si rilassa. Però purtroppo tutto questo dura sempre poco,
basta una telefonata o sentire, anche solo di sfuggita un colloquio, o leggere una mail o un
messaggio e si può riprecipitare nelle solite problematiche e si percepisce quasi
un senso di fastidio, come quando si viene interrotti mentre si fa l'amore.
Questo non accade quando ci si trova fra i boschi da soli, con il telefono staccato,
e lo sforzo fisico fa il resto, fino a farci piombare in uno stato onirico che è una forma di meditazione.
Essere soli permette di fermarsi quando si vuole, per guardare un fiore, per riposarsi,
per prendere il sole. Ovviamente ci si deve imporre un minimo di disciplina, se si vuole
arrivare alla meta, però la disciplina autoimposta non è perniciosa come i compagni che hanno fretta.
Il fatto stesso di stare in silenzio è lo spirito stesso della meditazione, della contemplazione,
della riflessione e questo si può fare solo se si è soli.
La durata di un cammino
Si sente parlare di cammini che richiedono 15 giorni o un mese o anche di più. Si tratta di tempi veramente lunghi, difficilmente disponibili per chi deve lavorare. Del resto il beneficio di passare qualche giornata da soli in cammino è tale che anche riuscire a farlo per 3 o 4 giorni è sufficiente. Si tratta di un'esperienza estremamente benefica da ripetere quando possibile. A mio parere il minimo sono 3 giorni. Una buona durata è di 4 o 5 giorni. Il primo giorno non conta perché si è troppo presi dalla novità. Il secondo e il terzo permettono già di lasciar vagare la mente e non concentrarsi tanto sul resto. Il quarto ci comincia a pregustare l'arrivo.
Progettare un cammino
Innanzitutto occorre trovare il punto di partenza, la meta e il percorso.
Suggerisco di vedere soluzioni proposte per la zona che vi interessa, da usare però solo come spunto.
Molti cammini che si trovano su internet vorrebbero riproporre qualche modello antico, ma in realtà
si adattano sempre alle esigenze di trovare cibo e posti per dormire
nei paesi che sono lungo il percorso, che però non sono quasi mai alla quota in cui
ci si trova, per cui si finisce per fare sali e scendi continui, che stancano inutilmente
e ci si ritrova ogni giorno a contatto con le persone e con i soliti ritmi e cibo che invece
volevamo lasciare a casa.
Anche volendo rifarsi a qualche idea di 'cammino antico' occorre sempre pensare che
chi andava a piedi in passato sceglieva sempre la strada più facile da fare a piedi,
ovvero quello con minor dislivello, evitando per quanto possibile di scendere una volta
che ci si trova in quota, salvo che non sia necessario. Quindi andare da 1000 metri di quota
a 500 e poi di nuovo a 1000, solo perché a 500 metri c'è un ristorante o un hotel è una cosa improponibile.
Innanzitutto occorre scegliere una bella meta, che abbia una valenza anche spirituale
perché sia bello arrivarci per fare qualcosa, per vedere qualcosa, anche un lago o
una spiaggia o la cima di una montagna. Ovviamente un'abbazia, un monastero, un santuario
sono le mete migliori, anche per chi non crede, perché spesso sono in posizioni fantastiche
e comunque sono posti che ispirano una spiritualità che fa bene a chiunque sia in grado di percepirla.
Magari si può seguire il percorso di qualche personaggio, che sia un Santo o un filosofo o un poeta
fa poca differenza. Anche visitare campi di battaglia è un'esperienza
che fa riflettere. Una bella meta dovrebbe comunque permetterci di trovare da dormire con facilità,
di mangiare bene e avere acqua buona, perché dopo qualche giorno fra i boschi
queste saranno le cose che vorrete.
Nel mio caso il Monastero di Camaldoli era un punto di arrivo ideale, perché è in una posizione meravigliosa
e si trova a 80 km circa (andando per sentieri) da casa mia.
Ho iniziato a studiare il percorso e Lucio mi ha parlato del sentiero degli alpini che va da Forlì a
Monte Falco, che, con i suoi 1658 metri, è la vetta più alta della Romagna.
Da Monte Falco si può andare facilmente a Camaldoli attraverso la GEA (Grande Escursione Appenninica) o 00
che è il sentiero di crinale che conosco bene per averlo fattto varie volte sia in bici che a piedi,
nel tratto fino a Camaldoli.
Ho iniziato a cercare informazioni sul sentiero degli alpini e devo dire che sono abbastanza scarse,
questo è tutto quello che ho trovato:
Gruppo Alpini Forlì
52 Domeniche
Si tratta di pagine non aggiornate che danno informazioni non più valide. Per esempio
indicano come punto tappa l'agriturismo Ca' bionda, che però non c'è più!
Ho provato a chiamare (ci son ancora dei riferimenti su google e c'è anche la posizione gps)
senza esito. Sono andato a vedere sul posto e l'agriturismo è chiuso.
Immaginatevi di arrivare qui, la sera tardi, dopo aver camminato 30 km e non trovare nulla!
Quando ero andato a verificare, avevo visto un cartello: 'Agriturismo il Gufo e la Civetta'
ed ero andato a vedere. Sempre a quota di circa 500 metri (importante per evitare di scendere e risalire),
però era chiuso. Ho comunque memorizzato la posizione GPS quando mi trovavo sul posto,
e questa è stata un'idea preziosa.
Li ho quindi chiamati e sono riuscito infine a riservare una stanza e la cena per la prima sera (sabato 8 agosto).
A questo punto mi serviva trovare un posto per dormire la seconda sera.
Cercando su internet ho letto di un bivacco che si chiama 'Bivacco Pinone'
che si trova sul sentiero fra Santa Sofia e Corniolo e ho visto che si trova in una posizione che,
seppur con fatica, si può raggiungere in un giorno.
Qui non sono andato a vedere e mi sono fidato di quello che ho letto. La posizione GPS
l'aveva marcata correttamente Gianluca Carboni (che non conosco ma ringrazio):
(Bivacco Pinone).
Per la terza sera il mio obiettivo era arrivare in campigna e precisamente al Rifugio Fontanelle,
ove ero già passato alcuni anni fa.
Il quarto giorno era quello dell'arrivo a Camaldoli e speravo di trovar posto nella foresteria
del monastero, o perlomeno al campeggio.
Una volta pianificato l'arrivo e i posti per fermarmi a dormire mi rimaneva da pianificare il punto di partenza.
Nel mio caso la cosa più semplice è stata partire da casa, poiché vivo a circa 5 km dalla chiesa di
Collina che è il punto di inizio del sentiero degli alpini. Mi sono accorto però che se fossi passato
le strade asfaltate
il percorso sarebbe stato poco bello e i km sarebbero diventati 8, per cui ho iniziato a girare per le stradine
intorno a casa mia fino a trovare campi non recintati e un ponte poco utilizzato, che non conoscevo,
per passare il fiume Rabbi.
Per pianificare tutto al meglio servono le cartine con i sentieri, però non sono facili da trovare
per le zone poco trafficate. In questo caso l'aiuto mi è venuto da Lucio, che mi ha parlato dei suoi
amici spagnoli che usano OruxMaps con le mappe Open Source. Ho scaricato la APP OruxMaps (versione Donate, perché bisogna
ricompensare chi fa qualcosa di buono per la comunità) per Android e ho installato
la mappa dei sentieri dell'Italia e le cose sono diventate parecchio più semplici.
Ho potuto iniziare a verificare i percorsi e le distanze e marcare le posizioni strategiche
(i punti di sosta notturna).
Mi sono quindi costruito tutto il percorso da casa mia a Camaldoli, per un totale di circa 80 km (che poi son diventati 100...)
Lo zaino per un cammino
Lo zaino deve contenere il minimo indispensabile, nulla di più e nulla di meno. Il mio era 12 Kg e composto come dettagliato di seguito. Ovviamente deve essere uno zaino con intercapedine per l'aria fra zaino e schiena.
- 1- sacco a pelo
- 2- cerata per la pioggia
- 3- altro giubbino leggero impermeabile
- 4- giubbottino di paille
- 5- 2 magliette tecniche in microfibra
- 6- una maglietta in cotone da usare come accappattoio
- 7- 2 paia di calzettoni tecnici in microfibra
- 8- un paio di calzettini in cotone
- 9- un paio di sandali adatti a fare trekking, da usare come ciabatte o anche per camminare nel caso che si bagnino gli scarponi.
- 10- un paio di calzoni corti in cotone
- 11- fiammiferi e accendino
- 12- 2 lampade (una a pile e una ricaricabile con pannello solare)
- 13- coltello
- 14- pannello solare da 10W e caricabatterie per lampada e telefono
- 15- tabacco e cartine
- 16- un pezzo di grana, un mezzo salame, 250 g di pane, qualche grissino, 2 uova sode, 2 pesche, un limone, un pò di sale e un pò di zucchero.
- 17- Tappetino arrotolato, spesso 5 mm, per dormire.
- 18- Piccolo monoculare
- 19- Bussola
- 20- Cartine dei sentieri (quel poco che ho trovato)
- 21- Telefono android con Oruxmaps installato GPS e Fotocamera.
- 22- Borraccia da 1 litro oltre a 1 bottiglia di acqua da 1.5 litri. Quest'acqua è necessaria visto che il percorso non ha sorgenti o fonti per gran parte dello stesso.
- 23- Berretto in cotone
- 24- 10 metri di corda in nylon da 5 mm.
- 25- Piccola borraccia con Whisky
- 26- Bastone in legno/ alluminio per aiutarsi, specialmente in discesa e per un minimo di difesa.
Abbigliamento per il cammino
Ovviamente l'abbigliamento dipende dal periodo in cui si parte. Io avevo addosso quanto segue.
- - maglietta in microfibra
- - pantaloncini in microfibra
- - calzettoni in microfibra
- - scarponi
- - berretto in paglia